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Le abitazioni in Sardegna sono ancora troppo vecchie e in cattive condizioni di salute

Ecco i dati della Confartigianato Imprese Sardegna

Redazione
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Le abitazioni in Sardegna sono ancora troppo vecchie e in cattive condizioni di salute. Ma cresce il numero di chi le ristruttura grazie anche ai bonus del Governo. Purtroppo non si hanno notizie sull’andamento del “nuovo Piano Casa”.

Lo dimostra il dossier della Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato l’età e lo stato di 512.310 edifici (case unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine, condomini anche con attività economiche al piano strada) costruiti prima del 1981 (322.515 unità) e dopo l’81 (189.795), secondo dati Istat.

Dall’indagine è risultato che il 17% (87.262 edifici) del totale degli immobili versano in pessime o cattive condizioni, ponendo l’isola al 6° posto in Italia tra le regioni con un patrimonio immobiliare vetusto, classifica che al non invidiabile primo posto vede la Calabria con una situazione mediocre-pessima per il 26,8% delle case mentre la media nazionale è del 16,8%. Dall’altra parte ben 425.044 sono in condizioni ottimali. Le case più vecchie e malandate si trovano a Sassari (il 19% sono in condizioni pessime o mediocri); segue l’Ogliastra con il 18,1%, Oristano con 17,9%, Medio Campidano con il 17,8%, Cagliari con il 16,8%, Carbonia-Iglesias con il 16,5%. Le più nuove sono a Olbia-Tempio con una percentuale di anzianità solo del 13,9%. 

Sono le ristrutturazioni incentivate e il Piano Casa le due “armi” che stanno, lentamente, portando la filiera delle costruzioni della Sardegna fuori dalle secche della crisi - sottolinea Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegnai dati che abbiamo ci dicono che ci sono i primi tenui segnali di risveglio del settore anche se l’uscita dal tunnel è ancora lunga e difficile”. “La spinta giusta per superare questi anni bui – continua la Presidente - può arrivare con le ristrutturazioni e le riqualificazioni energetiche e con il bonus confermati dal Governo nella Legge di Stabilità che consentono di raggiungere più obiettivi: rilancio delle imprese delle costruzioni, riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell’ambiente, emersione di attività irregolari”.

Volano le ristrutturazioni e gli interventi per il risparmio energetico. La buona notizia è che dal 2011 cresce costantemente il numero dei proprietari/contribuenti che ristruttura e usufruisce dei bonus fiscali (ristrutturazioni, risparmio energetico e bonus mobili) contribuendo a riqualificare il proprio patrimonio

In Sardegna, negli ultimi 3 anni, la fruizione del bonus per le  ristrutturazioni e per il risparmio energetico è cresciuta in modo esponenziale. Si è passati dai 85.513 interventi del 2011 ai 120.797 del 2013 (dichiarazioni del 2014, ultimi dati utili forniti dall’Agenzia delle Entrate), per un giro d’affari di 61milioni492mila euro. All’interno di questi dati, gli interventi per il recupero del patrimonio edilizio, sono stati 94.463 i contribuenti sardi (l’8,8%) che hanno effettuato interventi per circa 40milioni di detrazioni. Per gli interventi per risparmio energetico, sempre nel 2013 sono stati 26.334 i contribuenti sardi (l’2,5% dei residenti) che hanno richiesto sgravi per oltre 20 milioni di euro.

Sul nuovo Piano Casa, è invece mistero fitto. Le indagini, effettuate da Confartigianato Imprese Sardegna a campione tra le imprese edili, dicono due cose: che le imprese lavorano bene ancora con il “vecchio Piano Casa” mentre quello “nuovo” ( “Legge Regionale 8 del 23 aprile 2015- Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio”) entrato in vigore il 30 aprile (quindi da 7 mesi), ha un “appeal” molto inferiore anche se comunque positivo.

Purtroppo la nostra è una indagine empirica perché non esistono dati ufficiali provenienti dall’Assessorato e dai Comuni – aggiunge la Presidente Folchetti infatti, la Giunta Regionale, il 28 luglio scorso, con la delibera 38/15, obbligava, secondo l’articolo 37 della nuova Legge “le Amministrazioni comunali, al fine di monitorare gli interventi e le conseguenti trasformazioni urbanistiche e edilizie del territorio, a pubblicare all’interno dei propri siti web istituzionali, le informazioni relative agli interventi assentiti, indicando la localizzazione del fabbricato in oggetto di intervento, con i relativi dati catastali più una serie di altri dati”.

Ci risulta che le Amministrazioni Locali non stiano adempiendo all’indicazione della Giunta – aggiunge la Folchetti probabilmente per mancanza di personale oppure per non adeguata informazione. Capiamo bene la situazione critica dei dipendenti dei Comuni, però è necessario che questo importante strumento di verifica venga attivato e utilizzato da tutti. Per monitorare la situazione della Legge e la consistenza degli interventi, un supporto agli Enti Locali potrebbe arrivare dalla relativa riforma all’esame del Consiglio attraverso il potenziamento del personale. Ricordiamo che anche da questa norma passa la possibilità di uno sviluppo serio, concreto ed equilibrato dell’edilizia, delle imprese e dei territori”.

Il secondo fattore di stimolo per il settore delle costruzioni – precisa Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna - è rappresentato dalla riforma del Codice degli appalti approvata dalla Camera il 17 novembre. La riforma recepisce le sollecitazioni di Confartigianato per valorizzare il ruolo delle micro e piccole imprese, contribuire a risolvere il grave problema dei ritardi di pagamento, semplificare le norme sulla materia, garantire trasparenza nella filiera degli appalti”. “Confidiamo – conclude Mameli - nella rapida approvazione della riforma da parte del Senato e ci auguriamo che i decreti di attuazione tengano conto di tutti i criteri introdotti dal Parlamento. Allo stesso tempo attendiamo anche l’approvazione della nuova Legge Regionale sugli appalti, che dovrebbe essere approvata presto dal Consiglio. In questa proposta di legge viene dato un importante spazio alle microimprese, dando loro la priorità negli affidamenti dei lavori sino a 40mila euro”.

 

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